Credito d'imposta pubblicità 2021 - Studio Bogoni - Consulenza fiscale e societaria
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Credito d’imposta pubblicità 2021

Gentile Cliente,

segnaliamo che dal 1° marzo e fino al 31 marzo 2021 è possibile inviare la comunicazione telematica prenotativa riferita agli investimenti pubblicitari del 2021 al fine di fruire del relativo credito d’imposta.

La Legge di bilancio 2021 (articolo 1, comma 608, L. 178/2020) ha previsto che, per gli anni 2021 e 2022, il credito d’imposta per le campagne pubblicitarie sia riconosciuto nella misura unica del 50 per cento del valore degli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici.

Pertanto, per l’anno in corso e per il 2022, il credito spetta nella misura del 50 per cento del valore degli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche in formato digitale.

Per quanto riguarda, invece, gli investimenti sulle emittenti televisive e radiofoniche locali effettuati negli anni 2021 e 2022, continua a trovare applicazione la normale disciplina, prevista dal comma 1-bis del citato articolo 57-bis: il credito d’imposta è riconosciuto nella misura unica del 75 per cento del valore incrementale, purché pari o superiore almeno dell’1 per cento, degli analoghi investimenti effettuati sullo stesso mezzo di informazione nell’anno precedente.

La comunicazione per l’accesso al credito d’imposta costituisce una sorta di prenotazione, nella quale vanno indicati i dati degli investimenti che si prevede di effettuare nell’anno agevolato (investimenti già effettuati e/o da effettuare). Tali dati dovranno essere confermati a consuntivo dal beneficiario, tramite invio di una dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati nel 2021, da presentare dal 1° al 31 gennaio 2022.

Per distinguere la tipologia di istanza (comunicazione “a preventivo” o dichiarazione sostitutiva “a consuntivo”) occorre barrare la casella corrispondente al tipo di comunicazione che viene presentata.

Ricordo che il credito effettivamente spettante potrà essere inferiore a quello richiesto con l’istanza prenotativa, nel caso in cui l’ammontare complessivo degli importi richiesti con le istanze superi l’ammontare delle risorse stanziate per la relativa copertura finanziaria. In tal caso, si provvede ad una ripartizione percentuale delle risorse tra tutti i richiedenti aventi diritto.

Resta fermo che il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione ed è tassato ai fini Ires ed Irap.

Riporto di seguito l’indirizzo web dove è possibile scaricare il modulo da compilare con le relative istruzioni:

https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/schede/agevolazioni/credito-di-imposta-investimenti-pubblicitari-incrementali/modello-investimenti-pubblicitari-incrementali

La trasmissione della comunicazione dovrà avvenire tramite i servizi telematici dell’Ag.Entrate; il nostro Studio rimane a disposizione quale intermediario per la presentazione telematica della comunicazione.

Investimenti ammissibili

La norma prevede che gli investimenti ammessi al credito d’imposta  sono quelli riferiti  all’acquisto  di  spazi  pubblicitari  e  inserzioni commerciali,  effettuati  esclusivamente  su  giornali  quotidiani  e periodici, pubblicati in edizione cartacea ovvero  editi  in  formato digitale con le caratteristiche indicate all’articolo 7, commi 1 e 4, del decreto legislativo 15 maggio 2017,  n.  70,  ovvero  nell’ambito della programmazione di emittenti televisive e  radiofoniche  locali, analogiche o digitali. Gli investimenti pubblicitari  ammissibili  al credito  d’imposta  sono  effettuati  su  emittenti  radiofoniche   e televisive locali iscritte presso  il  Registro  degli  operatori  di comunicazione di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), numero  5), della legge 31 luglio 1997, n. 249, e su giornali iscritti presso  il competente Tribunale, ai sensi dell’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, ovvero presso il menzionato Registro degli operatori  di comunicazione e dotati  in  ogni  caso  della  figura  del  direttore responsabile. Sono escluse dal credito d’imposta le  spese  sostenute per l’acquisto  di  spazi  nell’ambito  della  programmazione  o  dei palinsesti editoriali per pubblicizzare o promuovere  televendite  di beni  e  servizi  di  qualunque  tipologia  nonché’  quelle  per   la trasmissione  o  per  l’acquisto  di  spot  radio  e  televisivi   di inserzioni o spazi promozionali relativi  a  servizi  di  pronostici, giochi o scommesse con vincite di denaro,  di  messaggeria  vocale  o chat-line con servizi a sovraprezzo.

Ai soli fini dell’attribuzione del credito di imposta  le  spese per l’acquisto di pubblicità sono ammissibili al netto  delle  spese accessorie, dei costi  di  intermediazione  e  di  ogni  altra  spesa diversa dall’acquisto dello spazio pubblicitario, anche  se  ad  esso funzionale o connessa.

Pertanto, il credito d’imposta è riconosciuto soltanto per gli investimenti pubblicitari effettuati sulle emittenti radiofoniche e televisive locali, analogiche o digitali, iscritte presso il Registro degli operatori di comunicazione, ovvero su giornali quotidiani e periodici, nazionali e locali, in edizione cartacea o digitale, iscritti presso il competente Tribunale, ovvero presso il menzionato Registro degli operatori di comunicazione, e dotati in ogni caso della figura del direttore responsabile.

Non sono pertanto ammesse al credito d’imposta le spese sostenute per altre forme di pubblicità (come ad esempio, a titolo esemplificativo e non esaustivo: grafica pubblicitaria su cartelloni fisici, volantini cartacei periodici, pubblicità su cartellonistica, pubblicità su vetture o apparecchiature, pubblicità mediante affissioni e display, pubblicità su schermi di sale cinematografiche, pubblicità tramite social o piattaforme online, banner pubblicitari su portali online, ecc…).

Inoltre, gli investimenti pubblicitari sul sito web di un’agenzia di stampa sono ammissibili a condizione che:

– la relativa testata giornalistica sia registrata presso il competente Tribunale civile, ai sensi dell’articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, ovvero presso il Registro degli Operatori della Comunicazione tenuto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni;

– la testata sia dotata della figura del direttore responsabile.

Le  spese  si  considerano  sostenute  secondo  quanto  previsto dall’articolo 109 del decreto  del  Presidente  della  Repubblica  22 dicembre 1986, n. 917, recante  il  testo  unico  delle  imposte  sui redditi.

Per l’individuazione dell’esercizio di sostenimento della spesa pubblicitaria, pertanto, trova applicazione il principio di competenza che, per le prestazioni di servizi, è regolato dal comma 2, lettera b), del citato articolo 109, in base al quale “i corrispettivi delle prestazioni di servizi si considerano conseguiti e le spese di acquisizione dei servizi si considerano sostenute, alla data in cui le prestazioni stesse sono ultimate”.

Pertanto, i costi relativi a prestazioni di servizio sono, ai sensi del citato articolo, di competenza dell’esercizio in cui le prestazioni medesime sono ultimate, senza che abbia rilievo alcuno il momento in cui viene emessa la relativa fattura o viene effettuato il pagamento.

L’effettuazione di tali spese  deve  risultare  da  apposita attestazione rilasciata dai soggetti di cui all’articolo 35, commi 1, lettera a), e 3, del decreto  legislativo  9  luglio  1997,  n.  241, legittimati a rilasciare il visto di  conformità  dei  dati  esposti nelle dichiarazioni fiscali, ovvero dai soggetti  che  esercitano  la revisione legale dei conti ai sensi dell’articolo 2409-bis del codice civile.