Brevi note sugli accertamenti “induttivi” (o altre declinazioni degli stessi) fondati sull’utilizzo di materia prima, tra inattendibilità della contabilità e ragionevolezza impositiva - Studio Bogoni - Consulenza fiscale e societaria
17203
post-template-default,single,single-post,postid-17203,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-theme-ver-13.2,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-5.4.5,vc_responsive

Brevi note sugli accertamenti “induttivi” (o altre declinazioni degli stessi) fondati sull’utilizzo di materia prima, tra inattendibilità della contabilità e ragionevolezza impositiva

Brevi note sugli accertamenti “induttivi” (o altre declinazioni degli stessi) fondati sull’utilizzo di materia prima, tra inattendibilità della contabilità e ragionevolezza impositiva

di Aldo Travain ed Emanuele Artuso

Pubblicato in Diritto e Pratica Tributaria, fascicolo n. 3/2019, Parte II, pagg. 1218 e ss.

 

I dottori Aldo Travain ed Emanuele Artuso commentano un recente arresto giurisprudenziale, secondo cui la comparazione tra la “materia prima” acquistata e quella utilizzata costituisce elemento significativo per fondare l’accertamento induttivo.

Il tema è particolarmente delicato, non solo perché la pratica professionale evidenzia un sempre maggior numero di accertamenti imperniati sul filone in oggetto, ma anche perché vanno adeguatamente soppesati sia il dato letterale sia i principi costituzionali ed ordinamentali, al fine di non dar luogo ad accertamenti difettanti dei presupposti legittimanti o avulsi da canoni di ragionevolezza.